LA PAURA DELL’INCERTEZZA E LA FORZA DI SPIEGARE LE PROPRIE VELE AL VENTO

di Anna Merolle

Noi trascorriamo molto tempo a pensare al futuro, a voler anticipare cosa c’è dietro l’angolo. Proviamo fascino per chi è in grado di comunicarci un cambiamento positivo in arrivo, rinforza in noi il senso del controllo sul futuro. Ora con l’avvicendarsi della fine dell’Anno questo desiderio si amplifica, tra oroscopi e profezie sugli accadimenti nel mondo.

Immaginiamo, ad esempio, di possedere una macchina del tempo e di muoverci dal passato al futuro, cosa scopriremmo? Secondo il calcolo della probabilità Il passato rappresenta a livello cosciente il dato più certo per prevedere il futuro. Spostandoci più in là, nel profondo di noi stessi, scopriamo che la preveggenza appartiene invece al nostro inconscio e non possiamo gestirla volontariamente.  Nell’inconscio il passato, presente e futuro sono relativizzati e divengono aspaziali e atemporali. Possono accadere particolari fenomeni attivati ancor più se siamo in un momento importante di crescita o di disagio. Ad esempio, il sogno può avere una capacità premonitrice su un accaduto che poi realmente si verifica, oppure, se la nostra attenzione è concentrata su un determinato interesse possono accaderci degli eventi significativi  e inspiegabilmente collegati ad esso. Questo fenomeno C.G.Jung  lo chiamò sincronicità.

Le coincidenze diventano così tracce che ci rivelano la volontà dell’universo, mostrandoci la sua sincronicità e consentendoci di approfittare delle infinite opportunità offerte dalla vita.
Deepak Chopra, Le coincidenze

Il nodo da sciogliere sulla ricerca incessante di certezze è il non sostenere l’incertezza del vivere quotidiano.  Non poter dare un senso alle cose che accadono ci rende vulnerabili. Possiamo compiere azioni fino ad allora impensabili e arrovellarci in pensieri fastidiosi. In una situazione sentimentale difficile, la crisi da incertezza è ancora più grande perché l’amore rappresenta il motore della vita. Aumentano le azioni di controllo sull’ambiente per ridurre l’attesa dell’incerto e la paura dell’inganno. Ci si trova ad interpellare gli oracoli del futuro per sedare l’ansia dell’attesa. Abbiamo bisogno di poter credere che tutto sia sotto controllo o almeno che qualcuno la faccia per noi al fine di abbassare la tensione.  Per la maggior parte delle volte è l’ansia stessa a creare scenari alquanto catastrofici. Dietro il peso dell’incertezza si nasconde un tratto controllante. La respirazione è bloccata al petto, la muscolatura superiore del corpo è rigida, tutto quello che sfugge al proprio controllo può essere vissuto come un possibile pericolo. Ci si arrabbia facilmente se compare un impedimento lungo la propria strada e laddove siamo vulnerabili dall’incertezza si apre molta paura e vergogna di essere senza armatura. Si è spesso legati a doppia mandata con il perfezionismo che può riguardare diversi ambiti di vita. Non necessariamente il perfezionismo è legato al bisogno di emergere. A volte non sfocia nella competizione ma è giocato nella totale solitudine di un soliloquio.

Il perfezionista controllante è come un uomo aggrappato alla scogliera. È bloccato lì, senza la possibilità di muoversi e nuotare. Non è una corsa sulle montagne russe e l’illusione che il controllo sia libertà va smontata. L’illusione serve per non sentire. È un processo che ci dissocia dal dolore e dalla paura. Le radici dell’albero dell’illusione sono profonde nella nostra storia e si ricollegano anche all’eredità emotiva della genealogia familiare. Possiamo rintracciare una storia di sopraffazione emotiva, quando si è caricati da bambini di cose non proprie.  Ad esempio, un mio paziente è riuscito a vivere secondo le sue probabilità e non più sulle garanzie dal momento. Ha tirato fuori il coraggio di non aderire più alla richiesta della madre, ormai immagine interiore, di essere speciale.

 

Un’indicazione per i genitori, al fine di aiutare i propri figli a sostare nell’incertezza, è quella di separare il controllo psicologico da quello comportamentale. La linea è molto sottile e confusa e alcuni controlli psicologici accadono sotto la bandiera di quello comportamentale.  Un esempio riguarda la privacy dei bambini. Questa viene invasa dal diktat genitoriale della giustificazione al controllo per prevenire che non gli succeda nulla. Altre espressioni del controllo psicologico sono il favorire la dipendenza psicologica e il prendere continue decisioni per loro. Invece il controllo comportamentale include le regole d’orario, di educazione all’impegno e al rispetto e di riconoscimento autorevole del genitore. Laddove il controllo psicologico è fortemente esercitato i figli possono sviluppare una maggiore insicurezza ed essere più orientati al controllo delle emozioni e dell’ambiente al fine di evitare un rifiuto certo.

Sotto l’ansia del controllo siamo obbligati a manipolare l’ambiente per cercare di sentire meno le emozioni che ci spaventano. Prendiamo il caso di chi ha una forte ansia a essere accettato dagli altri. Non riesce a connettersi con le persone perché si  sente diverso e questo lo porta a manipolare l’ambiente con la compiacenza e i pensieri di perfezione. Questi atteggiamenti sono manovre di fuga dal suo dolore. Accogliere e attraversare profondamente questo sentimento e tutte le parti di noi in ombra ci rende centrati e il caos diviene una realtà meno spaventosa. A questo punto l’incertezza può essere sostenuta e così anche la consapevolezza che la vita è un continuo stato di tensione e rilascio. Stare nell’incerto significa abbandonare gli ormeggi e cominciare un viaggio tra le correnti marine.

 

L’unica forza previsionale che può orientarci nel nostro procedere nel futuro è l’intuito.

Se ci affidiamo all’intuito siamo come una notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi.

Clarissa  Pinkola Estès

 

L’intuito può divenire la nostra macchina del tempo, ma per fare questo è necessario ricollegarci al nostro centralino interiore che secondo il detto popolare risiede nella pancia. 

L’intuito è quella forza creativa che arriva dal nostro inconscio e porta in sé quella capacità previsionale che può orientarci nel futuro. È il cosiddetto sesto senso. Chi ha paura dell’incerto alla continua ricerca di conferme tradisce costantemente il suo intuito.  Se si vuole compiere un primo passo per sostare nell’incertezza bisogna recuperare questa risorsa. L’ascolto interiore è la via di eccellenza per accedervi. Tutte le discipline che lo attivano sono di forte aiuto: la meditazione, la lettura, la musica, l’analisi e qualunque altra che possa collegarci in contemporanea  con la mente e con il corpo.

Nell’incerto si cela il mistero della vita. Cosa proveremmo se in questo Natale i regali sotto l’albero non fossero incartati? Come sarebbe la nostra vita se tutto fosse prevedibile e certo? Scoprire la vivacità della vita equivale a spiegare le vele sotto l’ebbrezza dell’imprevedibilità del vento. Un controllo comunque sul bollettino meteorologico può essere sano al fine di godersi al massimo la propria giornata nella vita!

Buone feste!

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